martedì 28 febbraio 2012

Nonviolenza?

Chissà perché le idee da fissare, su un foglio o su un post, mi vengono sempre ad orari improbabili...
Forse perché preferisco lasciar decantare le idee, fare in modo che siano alla giusta distanza, quella che permette di parlarne lucidamente e non lasciarsi travolgere dagli umori del momento.
Ma oggi questo pensiero mi gira nella testa, e non vuole saperne né di raffreddarsi né di andarsene.
Ho visto su Rai24 un signore (di cui non ricordo assolutamente il nome) che si proclamava allibito dal fallimento totale della politica non violenta. Lui, acceso sostenitore di questa pratica, si diceva basito dalla sua inutilità di fronte a forze menefreghiste come quelle che sono in gioco oggi. Lo spunto era il video che mostra il manifestante NO TAV cadere dal traliccio su cui si era arrampicato inseguito da un poliziotto. La cosa veramente drammatica è stato vedere come le macchine (i lavoratori) non si sono minimamente curate di quanto stava accadendo, lui sarebbe anche potuto morire ma i lavori non si sarebbero fermati. A cosa serve la via pacifica di fronte a chi se ne frega completamente del nostro punto di vista e del nostro - legittimo, peraltro - diritto a manifestare un dissenso?
Anche io ho sempre pensato alla nonviolenza come unica via di dialogo, eppure le parole di questo signore mi hanno acceso più di un campanello. Fino a che punto siamo disposti a sopportare? Fino a che punto siamo disposti a subire? Fino a che punto possono calpestarci e deridere i nostri diritti senza provocare in noi una reazione uguale e contraria, che spazzi via la loro insolenza? C'è una linea sottile, tra star fermi e subire...cosa pensi di fare? Da che parte vuoi stare?

4 commenti:

  1. ciao Lady Left, ho letto il tuo commento sotto il post che parlava dei dieci libri preferiti. De "Il Maestro e Margherita" hai scritto: chi capisce questo, o almeno ci prova, ha le chiavi del mio cuore. Siccome io ne ho citato uno solo e precisamente "Il Maestro e Margherita" non so se avrò accesso al tuo cuore ma in ogni caso mi faceva piacere fartelo sapere.
    E' un libro che ho letto e riletto più volte senza mai esaurirne i significati, che mi affascina e mi prende come pochi altri. Non so se hai visto che in rete c'è una versione cinematografica a puntate, con testi in russo e sottotitoli in italiano, veramente fedele al testo.
    P.S. ora faccio un giro da queste parti,
    un saluto
    Nina

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    1. Ciao Nina, grazie di essere passata. Eh sì, ho una predilezione particolare per "Il Maestro e Margherita", l'ho letto la prima volta a 15 anni più o meno, sarà stato il romanticismo adolescenziale ma mi ha subito fatto innamorare. Ed ogni volta che lo rileggo scopro qualcosa che me lo fa amare di più, prima la storia d'amore, impossibile eppure reale, e poi così delicata, poi la satira politica, poi il "dramma" dello scrittore...e potrei continuare ancora.
      Ho scritto che chi prova almeno a capirlo ha le chiavi del mio cuore, perché in effetti l'ho sempre consigliato alle persone che ritenevo più vicine, e tutte quelle che per me hanno significato qualcosa hanno almeno tentato di vedere la magia che ci vedo io. Posso dire di averlo usato come test!
      Benvenuta nei miei pensieri sparsi :)

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  2. Ho una rabbia,quando vedo e leggo certe cose, che non puoi avere idea.Viene voglia di far cose brutte, anche se non ti appartengono.Ma questi cialtroni,politici,mafiosi,(im)prenditori, non vedono l'ora che ci scappi il morto.Io penso che la vera forza di un movimento non sia la violenza ma la condivisione.e' l'unico modo che abbiamo per spazzare via loro e i loro obbrobri votati al profitto.

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    1. Hai ragione, solo che io sono nella fase "è tutto inutile, spacchiamo tutto". Poi, ovviamente, è una fase, e mi passa. Ma come si fa a restare fermi quando si vede calpestato tutto, ignorato tutto? Credo che questa sia una delle grandi sfide della nostra generazione. Dovremo saper trovare comunque le risposte, senza degenerare nella violenza e nell'abbrutimento.

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